giovedì 23 ottobre 2008

azioni da intraprenere

cari tutti,
nelle ultime ore c'è stata una riunione del coordinamento molto partecipata.
Si è data comunicazione degli ultimi avvenimenti e sono state analizzate le molte proposte ricevute a voce, tramite questo blog o mail.

La cosa più rilevante è la presa di posizione sulla modalità di condurre ogni azione.
L'assemblea di ieri e i contatti di queste ore hanno dimostrato che gli studenti di questa università vogliono manifestare la loro contrarietà a questa legge, la 133, ma non con azioni che travalicano il confine della legalità.
esempio: fare un corteo va bene. Fare un corteo senza permessi, scatenando le ire di tutti quelli che ci circondano (dall'amministrazione universitaria che lavora con noi, ai media che non aspettano altro e a chi ci osteggia per additarci) no. La nostra forza poggia sulla capacità di fare una forte protesta pulita e questa sarà la linea che verrà tenuta dal coordinamento.

La seconda questione è l'informazione e la trasparenza sulla composizione del coordinamento.
Il coordinamento è apartitico e senza colori e vuole mantenere questa connotazione. Siamo studenti universitari che si contrappongono ad una Legge. Tutto il resto non ci interessa.
Come avrete visto, però, ci sono state manifestazioni e prese di posizione esterne all'organizzazione degli studenti rappresentati dal coordinamento (come quella di questa mattina). Ognuno ha il diritto di manifestare come meglio crede, purchè senza strumentalizzazioni e ipocrisia. Il coordinamento comprende tante realtà diverse. Se una decide di organizzare qualcosa singolarmente, lo deve fare con la corretta pubblicità. Per evitare confusione, abbiamo deciso di utilizzare questo sito (www.coordinamento133.altervista.org ) per la comunicazione ufficiale di quanto organizziamo. Tutto ciò che non è qui o non è firmato "coordinamento133" sta al di fuori della nostra competenza.

iniziative vere e proprie

lezioni in piazza:
ci sono arrivate moltissime proposte di lezioni in piazza. Da studenti a docenti, e tutti ci chiedono come fare.
Nella riunione si è deciso di organizzare degli incontri di lezione in piazza a scadenza regolare. In questo modo possiamo gestire le richieste di permessi e la pubblicità sui media in maniera adeguata.
Ciò significa che ognuno può liberamente tenere una lezione o proporre ad un docente di farlo. Basta che ce lo comunichi per tempo e noi cercheremo di organizzare spazi e tempi per quanto possibile adeguati alle richieste.
Già ora stiamo organizzando la scaletta. Mandateci una mail con le vostre proposte.

corteo di sabato.
Siamo vicini agli istituti superiori e abbiamo deciso di manifestare con loro.
Sabato saremo anche noi al corteo. Da domattina gireranno i volantini.
Sabato ritrovo in piazza Goldoni alle ore 9.30.

Riunione di Ateneo.
Per mercoledì prossimo (29) alle ore 9, è organizzato dall'ateneo un incontro aperto a tutta l'Università (docenti, studenti, personale T/A ecc) per discutere dei provvedimenti del Governo e della situazione della nostra Università.
mercoledì 22 ottobre, ore 9.00 aula magna III piano ed.A

Assemblee di Facoltà.
E' necessario portare l'informazione all'interno delle Facoltà verso chi, per qualisasi motivo, è rimasto escluso dall'assemblea di ieri.
Abbiamo ritenuto di escludere qualsiasi forma di strutturazione di rappresentanza gestita dall'alto. Preferiamo che le persone di ogni facoltà interessate a fare qualcosa, lavorino con noi e si organizzino assieme all'interno della propria Facoltà. Noi offriamo gli strumenti di cui potrebbero aver bisognio e l'aiuto richiesto. La comunicazione rimane, comunque, fondamentale.

comunicazione
stiamo lavorando per migliorare la comunicazione. Ci saranno modifiche al sito e cercheremo di aprire nuovi spazi.
A breve ci sarà un forum e una mailing-list attivi.

Celebrazione inizio anno accademico.
Questo punto non è stato ancora esaurito. La discussione è stata già sviluppata largamente in Senato e, in parte, in riunione, ma la nostra posizione non è stata ancora totalmente fissata dal punto di vista organizzativo.
L'intenzione è di non boicottarla ma, come espresso anche dall'amministrazione, sfruttare la possibilità di utilizzarla come vetrina. Non è ancora stata valutata l'ipotesi di sit-in o simili da effettuare in cocomitanza.

altre manifestazioni.
Sono al vaglio altre proposte, ma dovete collaborare proponendo le vostre idee. Possiamo capire cosa ha più senso organizzare solo se ottiene una buona risposta.

51 commenti:

Anonimo ha detto...

sono onorato di essere rappresentato da persone serie e volenterose come voi. andiamo avanti tutti insieme senza bandiere senza colori ma uniti contro questa legge assurda. grazie units!paolo

Anonimo ha detto...

Per il corteo di Sabato ho sentito parlare di due orari differenti: 09.30 e 10.30. Qual'è quello corretto?
Ciao!

Anonimo ha detto...

l'orario delle 10.30 è stato suggerito dal gruppo dei disobbedienti che hanno organizzato la cosa sulle scalinate giovedì. l'orario ufficiale, che verrà reso noto soltanto oggi dagli organizzatori, è attorno alle 9.30. Leggete i giornali per conferma.

Anonimo ha detto...

P.S. qual è senza elisione. ;-)

Anonimo ha detto...

Gramsci, nel 1917, scriveva queste parole:

"L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?"


Non vi sembrano parole fin troppo attuali? Io, che ora sono un giovane ricercatore (e pure fortunato, essendo di ruolo), ricordo fin troppo bene di quando ero studente, di quando i governi di allora (di ogni colore) colpivano l'istruzione e l'università, con un progressivo abbassamento dei finanziamenti ed ignorando le istanze riformatrici. Allora eravamo in pochi studenti a protestare qui a Trieste. Un centinaio, forse. Ora che la situazione è deflagrata, che il governo passa dai taglietti alla scure, ci siamo risvegliati in tanti. Finalmente!

Alcune cose però:
1- non è troppo tardi per far fare marcia indietro a questo governo. Se riusciamo a informare la popolazione, a renderla consapevole della catastrofe, a creare una coscienza collettiva, a esercitare una forte pressione, ce la possiamo fare.
2- Chiedere che vengan ritirati gli articoli del decreto che scassano l'università non basta. E' necessario che questa istituzione venga riformata, seriamente, per potare sprechi, inefficienze, baroni, e tutti quei rami secchi che ne ostacolano il funzionamento.
3- la lotta sarà lunga, proprio perchè una riforma richiede tempo, e non possiamo lasciarla in mano ai soliti quattro. Serve che la base, cioè noi, sia attenta, controlli quello che succede, proponga istanze e protesti se vengono ignorate.

Lasciamoci alle spalle l'indifferenza di un tempo. Non ci aspetta un futuro facile, e se rimaniamo indifferenti ai bisogni collettivi, ci troveremo soli e persi. Partecipando, invece, non solo avremo la possibilità concreta di incidere sulle scelte, ma sentiremo anche la forza dell'appartenenza a qualcosa di più grande di noi.

Io credo che la vita pubblica in questo paese abbia bisogno di forme nuove di partecipazione collettiva come quelle che stiamo mettendo in cantiere qua.

Perciò, ragazzi, avanti tutta così!

Unknown ha detto...

volevo aggiungere una proposta che non ho visto scritta ma che è stata avanzata l'altro giorno all'assemblea generale.
sarebbe importante e di grande impatto se venissero redatte delle lettere dal senato accademico e firmate dal rettore in cui si spiega la situazione critica e le ripercussioni del decreto 133 e inviate a tutte le famiglie degli studenti. secondo voi si può riuscire a farlo? studentessa di genomica funzionale

Unknown ha detto...

altre proposte
striscioni di protesta appesi ad ogni balcone , le case di studenti sono tante a trieste e se ognuno appendesse qualcosa il messaggio arrivebbe più facilmente alla città che comunque vive anche grazie a noi studenti.

Lorenzo ha detto...

Per quanto riguada la celebrazione dell'anno accademico.
Solo un'idea, avevo pensato a una COMMEMORAZIONE dell'anno accademico. Piu' che a una celebrazione del suo inizio, a una veglia funebre per la sua fine.
Intendiamoci non immaginavo candele, rpofessori vestiti a lutto e una grande bara, e' pur sempre una cerimonia ufficiale che non va ridicolizzata. Pensavo piuttoso a qualcosa di simbolico come proporre di indossare una fascia di lutto, o porre una corona di fiori all'entrata della sala che ospitera' l'evento, sperando che eventuali superstiziosi non protestino.
Questa vuole essere solo una proposta.

irina ha detto...

Impegnamoci,ogniuno di noi,per qualsiasi futura assemblea/corteo/manifestazione a portarci dietro almeno una persona che mercoledì non era presente all'assemblea generale in piazzale europa.
in questo modo il numero dei partecipanti raddoppierebbe.

Anonimo ha detto...

il corteo è stato giusto. Era un atto simbolico e spero rimanga unico.
Le persone di Trieste, mentre passavamo, applaudivano contente. Ciò significa che non è stato inutile.

Ricordiamoci che a noi nessuno chiede l'autorizzazione per rovinare l'istruzione.



Ad ogni modo sono a favore delle lettere firmate in cui si informano le famiglie.
Volevo anche proporre di creare un volantino, molto semplice e UNICO per tutti, dove si sottolineano i punti della riforma e i problemi che questa porterà, sottolineando il fatto che questa È UNA LOTTA FUORI DALLE PARTI. Infine distribuirla in qualsiasi paesino e città.

Credo che tutti possano stampare un centinaio di copie da distribuire intorno a dove abitano.

Anonimo ha detto...

Qualcuno sa di treni speciali per andare a roma per la manifestazione del 30 ottobre?

Anonimo ha detto...

...i disobbedienti non esistono più da molti anni....

Anonimo ha detto...

solo una precisazione: il corteo non è stato organizzato da un gruppo isolato di DISOBBEDIENTI ma da un gruppo di studenti come tutti gli altri, si è svolto in modo assolutamente pacifico con il supporto persino delle forze di polizia. Cerchiamo di non generalizzare e di non dare etichette sterili e insulse. Siamo tutti uguali e vogliamo tutti la stessa cosa.
Firmato: i "disobbedienti" (ma da cosa poi?)

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti, io mercoledì ero all'assemblea, bellissima davvero. Poi ho visto un gruppo di persone proporre di fare un corteo fino in centro città e mi sono detto "cavolo, lo stanno facendo tutti i giorni in tutte le città universitarie, perchè noi no?".
Sono sceso in corteo pure io, e vi dico, quando è arrivata la polizia il corteo si è fermato, a chiesto alla polizia di poter scendere in città, è stata concordata la piazza finale e la polizia ha scortato il corteo che è stato bellissimo. Vi giuro, in tanti anni in questa città non ho mai visto una risposta così da parte della popolazione, vecchietti che applaudevano dai balconi, gente per strada che ci gridava "bravi"...

Non capisco questa frase "L'assemblea di ieri e i contatti di queste ore hanno dimostrato che gli studenti di questa università vogliono manifestare la loro contrarietà a questa legge, la 133, ma non con azioni che travalicano il confine della legalità.
esempio: fare un corteo va bene. Fare un corteo senza permessi, scatenando le ire di tutti quelli che ci circondano (dall'amministrazione universitaria che lavora con noi, ai media che non aspettano altro e a chi ci osteggia per additarci) no. La nostra forza poggia sulla capacità di fare una forte protesta pulita e questa sarà la linea che verrà tenuta dal coordinamento." Chi ha travalicato la legalità? Se ben ricordo in questo paese manifestare è un diritto ed infatti alla polizia non si deve chiedere il permesso bensì fare una comunicazione, se poi ci sono problemi sarà la polizia a contattare i promotori e spiegare le eventuali restrizioni. Quindi non capisco dov'è il problema nei confronti di mercoledì, il fatto che la polizia abbia scortato il corteo fino in città vuol dire che non c'erano problemi per la questura a farlo fare.
Sta cosa che poi sono state scatenate le ire da parte di tutti gli altri non so....io non ho sentito nessuno arrabiato, non ho letto sul piccolo il giorno dopo il rettore dire cose tipo "bella l'assemblea ma il corteo non andava fatto", quindi non capisco chi è che si è arrabiato. Forse voi che gestite il blog lo sapete, comunicatelo, spiegatevi.

Ci si vede domani in corteo,

ciao ciao
L. B.

Anonimo ha detto...

Ciao! io credo che il discorso della legalità sia molto importante!noi non siamo contro la legge, siamo contro UNA legge, la 133!! Molti in giro per italia stanno occupando scuole ed università, impendendo in molti casi lo svolgimento delle lezioni! questa a mio parere è una cosa stupida e controproducente! credo che si debbano fare azioni ben concordate, costruttive e legali. Non dobbiamo dare nessuna possibilità nemmeno di pensare che lo facciamo solo per far casino e perdere tempo, quindi rientrare nei limiti della legalità è fondamentale per non far pensare questo! l'assemblea di mercoledì ha dimostrato largamente come noi tutti eravamo interessati e preoccupati, è stato incredibile vedere come quasi 3000 persone siano state in grado di mantenere il silenzio e l'attenzione per 3 ore seduti per terra scomodi, ma presenti!! perciò continuiamo a mostrarci così e non facciamo passi falsi!
Elena.

Unknown ha detto...

Anch'io mi preoccuperei meno di cosa è legale e cosa no!
Preoccupiamoci di chiederci se è legittimo subire una legge che calpesta così gli studenti d'Italia, che prostituisce e negozia in questo modo il diritto allo studio! Preoccupiamoci tutti nel nostro piccolo di trovare contatti, estendere la rete con studenti di altre facoltà. Porca miseria abbiamo internet eppure sembra così difficile uscire dal colle! Mi sento impotente! Gli studenti di ieri avevano meno mezzi eppure risultavano più efficaci! Sia chiaro sono d'accordissimo per manifestare pacificamente, la violenza non è MAI stata una soluzione e mai lo sarà, ma a volte per farsi sentire bisogna risultare per lo meno scomodi alle autorità! Rispetto la linea guida del Coordinamento, ma non dimentichiamoci che il nostro obbiettivo deve essere quello di raggiungere l'abrogazione della legge 133, non deve finire come con la riforma Moratti! Mi hanno colpito tantissimo le parole dello studente francese mercoledì, mi hanno fatto sentire dentro che forse stavolta si può fare: "Diciassettenni francesi sono riusciti a far abrogare una legge a Sarkozy, vogliamo noi non riuscire a far abrogare una legge alla Gelmini?!?"

Ringrazio chi del Coordinamento sta lavorando per tutti noi!

Sì alle lezioni in piazza e ai presidi in città per informare i passanti! Intanto domani tutti in piazza Goldoni! Ciao

Anonimo ha detto...

sono allibito dal successo che in questi anni ha la "poetica" della legalità. Alla luce delle affermazioni di Luca c'è bisogno di un serio e collettivo momento di epicrisi. Non è possibile che non notiate che il concetto di legalità è un "entità costruita". Non un concetto connaturato alla natura umana. Negli ultimi anni è in voga tutta una serie di rimandi impliciti ed espliciti alla nozione di legalità (l'incidenza statistica più alta è da registrarsi nei proclami della classe politica) per tradire poi nei fatti il concetto di giustizia; coprendo i costi della crisi bancaria con i tagli alle univeristà e non solo.
Mi sembra che tutto questo "parlar legalità" sia una scappatoia per evitare la responsabilità dell' azione personale del cittadino nei confronti di un ordine politico veteropiduista e antidemocratico.
Lungi da me proporre idee violente:
illegalità non significa violenza, anche le proteste dei movimenti ghandiani erano illegali ma non sono state violente.
Alla luce di ciò mi permetto di proporre un dibattito con votazione in assemblea del punto che riguarda la linea di "legalità" delle azioni del coordinamento.

Anonimo ha detto...

ciao...leggendo il blog risulta abbastanza chiaro il programma relativo a manifestazioni e assemble...Ho letto che per quanto riguarda le lezioni in piazza le richieste possono provenire anche da noi studenti!allora, se possibile, proporrei qualche lezione tenuta da professori della facoltà di giurisprudenza in piazza, riguardante la riforma nei suoi aspetti giridico/legali e l'incostituzionalità dei contenuti delle riforma stessa. In più ritengo potrebbe essere utile anche qualche delucidazione su quelli che sono i limiti che trovano le varie forme di manifestazione per poter rimenere nell'ambito del legale.
grazie valentina

Anonimo ha detto...

a a a a.......è legale distruggere la scuola, l'università, non è legale fare un corteo spontaneo.....è legale costruire fino a far morire l'ambiente non è legale incatenarsi davanti al cantiere....fra un po, non sarà più legale nenache fare sciopero.....però tenere rete4 in chiaro non è legale ma nessuno gli fa le pulci a fede, a? cerchiamo di non essere proprio "bamboccioni", legalità/illegalità sono concetti che vengono definiti dal potere, da chi governa, che possono assumere tutti i significati possibili; e se parlassimo piuttosto del fatto che senza mobilitazione non cambierà mai niente? e se pensassimo a non farla proprio l'inaugurazione dell'aa, visto che POTREBBE ESSERE L'ULTIMO????

Anonimo ha detto...

non credo si possa parlare di "poetica" della legalità...si tratta di rispettare le regole per non dare adito a quelle gran cazzate che escono dalla bocca(e poi vengono sempre immancabilmente ritrattate per paracularsi)dal nostro presidente del consiglio o chi per lui!
non credete che qualunque isolato fenomeno di violenza sarebbe strumentalizzato per farci perdere di credibilità e legittimazione?
io credo nella protesta e nella sua forza, ma credo anche che la nostre poszione sia molto difficile e quindi qualunque azione debba essere ben ponderata!valentina

Anonimo ha detto...

ciao sono una studentessa della facoltà di giurisprudenza al terzo anno...per vari prob non sono potuta andare alle lezioni successive al 22/10 quindi non so se siano partite da parte dei prof delle iniziative(come è successo in altre facoltà)e quale sia la loro posizione per quanto riguarda la 133!se qualcuno sa qualcosa, perfavore, può scriverlo su questo blog!ciao grazie

Anonimo ha detto...

@ valentina

non dobbiamo temere le accuse di strumentalizzazione da parte di certa gente, perchè quelli sono esperti nell'arte di intrafottere e in un modo o nell'altro avrebbero sempre un pretesto per accusarci (se non è che blocchiamo la didattica è perchè siamo pochissimi e non rilevanti, se non è perchè siamo facinorosi è perchè siamo indottrinati dalla sinistra, eccetera).
Dobbiamo mettere in conto di essere bersagliati così.

La forza sta nella coesione del gruppo, nel non temere di apparire radicali. perchè essere radicali è bellissimo, essere radicali significa andare alla radice del problema, e non fermarsi alla superficie della questione. È un problema complesso e la soluzione, quindi è complessa.

Dobbiamo SEMPRE esprimere solidarietà a chi promuove azioni di protesta dura seppur non violenta (come il corteo spontaneo di mercoledì pomeriggio, o i ragazzi delle superiori che occupano), dobbiamo dare tutto il nostro appoggio a chi porta la protesta in piazza e la sbatte in faccia all'opinione pubblica.

non dobbiamo avere paura della politica, perchè noi stiamo facendo politica. politica pulita. politca responsabile.
se indietreggiamo troppo il movimento studentesco è inevitabile che si spacchi e andrà tutto a finire come con la Moratti

Anonimo ha detto...

Sono allettato anche io nell'andare a Roma a manifestare assieme agli altri. Chi ci va? Sapete qualcosa voi?

Anonimo ha detto...

per andare a roma vi consiglio gli aerei ryanair (anche se credo che l'aeroporto disponibile più vicino sia quello di treviso), che vi farebbero risparmiare anche più di metà rispetto al treno eurostar, poi dipende da quanta disponibilità di posti c'è. (in ogni caso vi porterebbe all'aeroporto di roma-ciampino. da lì poi c'è la coincidenza col bus che vi porta in centro a roma [stazione termini] - al prezzo di 8 € se non ricordo male)

sennò se andate in treno, prima fatevi la cartaviaggi sul sito delle fs, così sui tragitti a lunga tratta avete un risparmio del 20% (farla è completamente gratuito e veloce: vi mandano un codice provvisorio via mail immediatamente, così potete usare qullo prima di ricevere la card plastificata a casa)

Anonimo ha detto...

"Facciamo l’ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l’aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.
Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno difetto di essere imparziali. C’è una certa resistenza; in quelle scuole c’è sempre, perfino sotto il fascismo c’è stata. Allora il partito dominante segue un’altra strada (è tutta un’ipotesi teorica,intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di previlegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole , perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi,come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A “quelle” scuole private. Gli esami sono più facili,si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola previlegiata.
Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare prevalenza alle scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d’occhio i cuochi di questa bassa cucina. L’operazione si fa in tre modi: ve l’ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico." Piero Calamandrei
Discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III congresso dell’Associazione a Difesa della Scuola Nazionale, a Roma l’11 febbraio 1950


Un buono spunto di riflessione....cose scritte decenni fa che sembrano fatte per questi giorni

Anonimo ha detto...

Proposta x la manifestazione di domani mattina da parte degli aspiranti biologi: sfilare in camice (chiunque lo abbia, biologi medici e tutti quelli di Scienze!!!!)

SPARGERE LA VOCE please!

Anonimo ha detto...

L'idea per i biologi di sfilare in camice è fantastica! Ma non vorrei che diventasse una pagliacciata. Sarebbe meglio tenersi aggiornati per quanto riguarda questa idea di indossare il camice, domani.

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti,
condivido l’impostazione di combattere questa nostra battaglia civile senza colori politici, non perché non ne abbiamo, ma perché quale che sia il nostro colore dobbiamo coordinarci con gli altri per unico scopo. Il governo diffama chi solleva un problema, chiama terrorista ogni opposizione, distrugge la credibilità delle più diverse proteste, e con questa strategia manipolativa alimenta il sospetto, la chiusura, la difesa nelle persone, frammentando gli italiani, noi allora usiamo le parole per ricucirci insieme, perché il nostro interesse di studenti è unico e chiaro, non perdiamolo di vista: un’università pubblica per la quale si trovino finanziamenti in linea con gli standard europei. Per altri problemi faremo altre battaglie. Oggi siamo tutti nella stessa barca.

È’ chiaro che il governo abusa del termine legalità per ammantare di legittimità le ingiustizie che trasforma in decreti legge, e del termine illegalità per delegittimare chi denuncia i suoi abusi. Proprio perché è questo l’avversario che ci si para davanti non dobbiamo farci fregare: c’è chi sta aspettando solo l’occasione per darci dei terroristi, per delegittimarci man mano gli occhi dei vari strati del Paese, per farci perdere consenso. Per ridurci a pochi e farci così fallire. Impediamoglielo. Non diamone l’occasione a nessuno. In questo senso condivido lo spirito dell’appello di Elena alla legalità, non nel senso di uniformarci all’illegittima legalità di questo governo, ma nel senso mantenere uno stile pacato ma fermo quale strategia per alimentare l’appoggio dei cittadini nei nostri confronti. Perché abbiamo delle idee, ok, ma occorre fare il lavoro della comunicazione per farle passare, non dobbiamo essere ingenui, non passano come vorremmo da sé. Usiamo la nostra immagine per fare una contro-comunicazione, per bucare il muro della comunicazione manipolativa del governo. Perché sennò come lo rompiamo il muro dell’indifferenza comune (v. la cit. di Luca)? Siamo tanti, dobbiamo essere ancora di più per portare a casa dei risultati, anche i pensionati devono sostenerci, tutte le categorie di questo Paese. Perché il governo farà tutto quello che può per farci cadere. Ok a una protesta che agisca in termini di non violenza, ma soprattutto di intelligenza comunicativa: ottimo il riferimento a Ghandi. Bisogna far fallire la comunicazione di chi detiene 6 televisioni. Ce la faremo solo se riusciremo a far passare la protesta, da soli non ce la possiamo fare, con l’insieme degli italiani sì. Usiamo strategicamente il nostro comportamento per non farci rifiutare da nessuno, per non farci delegittimare, in quest’epoca di manipolazione è cruciale che riusciamo a farci capire e amare.

In questo senso non trovo una pagliacciata sfilare in camice, è un’ottima idea: facciamo capire alla gente comune che non siamo facinorosi ma persone del tutto credibili, non i nullafacenti che dice il governo ma “professionisti” (anche se non possediamo aziende). Mostriamo loro che non siamo pericolosi ma gente di tutto rispetto. Così non rifiuteranno le nostre parole a priori, non mostreranno paura verso di noi ma apertura.

Alessandra

Anonimo ha detto...

Effetivamente...

Domani mi troverete in camice bianco. Non posso garantire per altri miei colleghi di Biodiversità, poichè non so in quanti aderiranno al corteo domani.

Anonimo ha detto...

Ciao la proposta di appendere gli striscioni ai balconi mi sembra di grosso impatto..Cmq vorrei qualche informazione sullo sciopero del 30, vorrei andare a roma anch'io!! Complimenti per il blog

Vale

Anonimo ha detto...

Ciao ragazzi!
Devo dire che tutti gli interventi che ho letto mi sono sembrati interessanti, ma vorrei avanzare altre proposte. Credo che innanzitutto sia necessario sottolineare che la nostra protesta riguarda la FINANZIARIA (proposta da Tremonti!),per la quale il Governo ha posto in Parlamento la questione di fiducia (e questo è veramente scandaloso; non è stato nemmeno possibile discutere in sede parlamentare-quella che secondo Berlusconi è l'unica sede adatta per fare opposizione- una manovra così importante!). Il decreto della Gelmini non ci tocca, quindi, come non tocca più di tanto nemmeno i ragazzi delle superiori (e lo dico perché in questi giorni si è fatta veramente taaanta confusione in merito, che è stata colta subito dal Governo per dimostrare che siamo una massa di imbecilli che non capiscono nemmeno per cosa protestano).

Detto questo, credo sia giusto chiarire alcuni punti:
- la nostra non deve essere solo una protesta, ma anche una proposta!Ecco allora che è estremamente importante, secondo me, che entro la prossima settimana ogni facoltà convochi un'assemblea per discutere soprattutto sulle proposte da fare per avviare una vera riforma sistematica dell'istruzione
- se poi è innegabile che gli sprechi ci siano, mi sembra un pò inutile continuare a sprecare carta per informare con delle lettere le nostre famiglie (riguardo a cose di cui, tra l’altro, sono già la corrente). E' meglio utilizzarla per stampare volantini da distribuire a tutta la città
- a riguardo, è opportuno iniziare una forte campagna di informazione verso la cittadinanza, per far capire che questa protesta non è solo la nostra protesta, ma la protesta di tutta la società civile, che senza istruzione, ricerca e cultura non ha più speranze per il futuro.
Inoltre, sono contrario alle lezioni in piazza, perché credo sia giusto far proseguire normalmente la didattica nelle aule e scendere nelle strade solo per sensibilizzare le persone
-come ha giustamente detto Luca, non basta chiedere il ritiro degli articoli della finanziaria. Bisogna costruire delle proposte concrete ed intelligenti, che diano il via ad una riforma seria e sistematica perché, è inutile negarlo, gli sprechi e il mal funzionamento dell'istruzione italiana sono sotto gli occhi di tutti (ma non si risolvono certamente con simili tagli che colpiscono alla cieca, bisogna andare al cuore del problema)
- infine, credo che, se ogni facoltà, nella prossima settimana, riuscirà ad elaborare delle buone iniziative, l'inaugurazione dell'a.a. debba essere presa come momento pubblico di proposta. Potrebbe quindi essere una buona idea quella di spostarla in piazza; o comunque, non mi sembra giusto limitare la partecipazione solo a chi sarà in possesso dell'invito (come scritto sul sito dell'uni), ma credo sia doveroso aprirla a tutti, ma proprio a tutti, per lanciare un ulteriore segnale e per esprimere la nostra voglia di cambiamento.

Spero di non essere stato troppo pesante!:)
Aspetto ovviamente commenti, critiche, proposte….
Ciao!
David

Anonimo ha detto...

Mi sentivo in dovere di postarvi questo link:

http://www.beppegrillo.it/2008/10/maroni_dovrebbe.html

Enjoy. =/

Anonimo ha detto...

Scusate, non so perchè mi abbia tagliato il link:

http://www.beppegrillo.it/2008/10/maroni_dovrebbe.html

Anonimo ha detto...

Vabbè, ci rinuncio.
è .html comunque.

Buona lettura.

Anonimo ha detto...

http://it.youtube.com/watch?v=Q7WvLwmgqn4

UNA VERGOGNA!!!

davide scaini ha detto...

ciao!
tra i materiali nella sezione del vostro sito potreste mettere anche i volantini?
di modo che se qualcuno vuole stamparli diffonderli, farne un fork (come nei migliori progetti opensource come dovrebbe essere questa bella protesta) e stamparli diffonderli... può farlo?
thanks!
d

Anonimo ha detto...

CIAO TUTTI!
è bellissimo vedere quanta gente si sta muovend!oggi in corteo eravamo veramente tantissimi,è un segnale fortissimo.Il governo che dovrebbe rappresentarci continua a prenderci per il culo dicendo che siamo dei facinorosi che siamo tutti dei bamboccioni mossi ad arte dalla sinistra, dobbiamo perciò a mio parere creare nuove forme di proteseta, non usare vecchi slogan che ci possano far facilmente etichettare come dei comunisti che non hanno voglia di fare una c... perchè se riusciranno a "piazzarci"un etichetta sarà la fine. Dobbiamo inventarci nuove forme di protesta, sono molto favrevole alle lezioni in piazza che facciano vedere che non siamo dei fannulloni e che i prof sono anche loro dalla nostra parte, dobbiamo catturare l'attenzione della popolazione, io perciò vorrei proporre una protesta già usata dal movimento NO DAL MOLIN, portare in piazza pentole coperchi tamburi, tutto ciò che possa fare rumore(sarebbe bello se gli studenti del conservatorio riuscissero a portare anche i loro strumenti come hanno fatto oggi in corteo)in modo
tale da dire che se il governo fa finta di non sentirci noi alziamo il volume della nostra protesta.

cosa ne pensate?

aspetto vostri commenti

Anonimo ha detto...

A dire il vero non sono molto d'accordo sul fatto di iniziare a scendere in piazza con coperchi, tamburi e altro, perché se iniziamo veramente ad alzare il volume della nostra protesta rischiamo di finire a combattere una lotta dalla quale uscirà vincitore chi sarà riuscito ad urlare più forte.
Credo però che sia giusto cercare qualche forma innovativa, perché è vero, se ci piazzano un'etichetta è finita.

E che ne dite, allora, se la nuova forma di protesta diventasse proprio quella di far capire al Governo che non siamo stupidi, che abbiamo un cervello per pensare, anche se abbiamo solo 20 anni (e forse è proprio questo che a loro fa paura...), e che è arrivata l'ora di riformare l'intero sistema dell'istruzione con delle proposte che arrivino "dal basso", da chi la scuola e l'università la vive ogni giorno, e non da ministri che non conoscono nemmeno l'oggetto delle loro riforme?

Ragazzi, forse è ora di smetterla di proporre striscioni, lezioni in piazza, tamburi e coperchi!E' arrivato il momento di usare il cervello per elaborare PROPOSTE CONCRETE DI RIFORMA!
Perché, una volta seduti attorno ad un tavolo di confronto, loro dovranno sì decidersi ad abrogare la finanziaria e a ritirare il decreto Gelmini, ma noi dovremo essere pronti a proporre l'eliminazione di corsi di studio inutili, tanto per cominciare (e ce ne sono, eh...)!

Commentate ragazzi, commentate!

David

David ha detto...

http://www.corriere.it/cronache/08_ottobre_26/atenei_stella_rizzo_0257068e-a330-11dd-8d2c-00144f02aabc.shtml

E' un articolo pubblicato oggi (26/10) sul Corriere.
Trovate 5 minuti per leggerlo perché è interessante.
Fornisce un altro elemento da prendere in considerazione per elaborare una riforma del sistema universitario.
E ci fa capire come tutto, ma proprio tutto, in questo Paese, è fatto "all'italiana".

Buona lettura!:)
Aspetto commenti!

David

Anonimo ha detto...

Qualcuno sa se si stanno organizzando pullman o treni speciali per la manifestazione a Roma del 14 novembre?

Nina

Anonimo ha detto...

Ciao!
Sì, credo che ti dovrò dar ragione David, forse è veramente arrivato il momento di andare oltre queste cose e intavolare un discorso sano e costruttivo che comprenda tutti i comparti che operano nell'istruzione e nella ricerca. Penso perciò che sarebbe bello riuscire ad organizzare delle assemblee che comprendano anche i professori ed i ricercatori oltre che gli studenti(un po' come quella di mercoledì ma ristretta alle singole facoltà) in modo da riuscire ad elaborare dei punti concreti di riforma che si possa chiamare tale e che non siano dei semplici tagli che colpiscono alla cieca l'istruzione come quella che ci vuole rifilare il governo. Il problema è anche quello di comunicare alla gente tutto ciò, che non rimanga chiuso nelle facoltà, ma che dopo la stesura di una bozza di riforma venga poi discusso con le persone e vengano accolti eventuali loro proposte, una riforma quindi non solo degli studenti e degli addetti all'istruzione, ma una riforma di tutti, perchè il sapere è, e deve rimanere, di tutti!
Sarà una strada lunga e difficile poichè in una vera democrazia è sempre difficile mettere daccordo le diverse parti, ma forse è veramente arrivato il momento di andare oltre alla semplice lotta in piazza e creare qualcosa di costruttivo che venga "dal basso".

Ho apprezzato il confronto ed ho capito il tuo punto di vista
Grazie

P.S:l'articolo del Corriere della Sera è terribile, è contro queste brutture, contro questa mercificazione delle lauree che si deve abbattere una seria riforma!

David ha detto...

Ciao!
Sono proprio contento che almeno tra noi studenti ci sia un po’ di sano dialogo costruttivo e che si riesca ad arrivare a delle posizioni condivise!
E sono d'accordo sul fatto che, una volta elaborata una bozza di riforma, debba essere fatta conoscere a tutti, perché è giusto che nasca all'interno delle facoltà, ma poi deve uscire dalle mura dell'uni, così che tutti possano dare il loro contributo.
Detto questo (che mi sembra già un buon punto di partenza), tu sai per caso come procede l'organizzazione? Sono previste assemblee di facoltà a breve? Perché io sono di Giurisprudenza e, sarà che sono un po’ distratto, ma non ho sentito niente a riguardo!

Grazie, ciao!

Anonimo ha detto...

Commento sull’articolo del Corriere:

Occhio ragazzi, mancano un sacco di cose. L’articolo manca di dire che l’introduzione dei crediti formativi è nata allo scopo di legittimare gli stage in Azienda (lavoro non retribuito, comodo per le imprese) quale ALTERNATIVA a un certo numero di esami per raggiungere le laurea. Tutto impoverimento della formazione individuale a vantaggio di qualcun altro che non ha nessun obbligo di assunzione, e infatti non assume.

Attenzione a credere che lo stage in azienda sia professionalizzante rispetto a un percorso di studi fatto di soli esami. Perchè, infatti, i cervelli italiani sono stimati all’estero? Perché l’università italiana sforna studiosi ben formati. Cosa vuol dire? Che nonostante il percorso di studi comporti mediamente tempi del fuori corso, l’assenteismo dei professori ecc, i mali che conosciamo, nonostante tutto questo il livello di formazione è ALTO. Perchè? Perchè lo studente americano aveva una formazione fortemente specializzata, cioè studiava un settore e solo quello: quindi poi sapeva fare solo la singola cosa che aveva studiato. Lo studente italiano invece doveva studiarsi sì una serie di esami relativi alla specializzazione scelta, ma anche molti altri connessi a questo ambito solo alla larga, non di stretta pertinenza ma comunque connessi. Studiava a più ampio raggio. Risultato: un professionista capace di essere CREATIVO, perchè sapeva lavorare sui fondamenti della propria disciplina, aveva un approccio speculativo, una marcia in più. Ecco perchè ci volevano, perché le soluzioni noi le sapevamo inventare. Ecco il valore aggiunto dell’università italiana: ci facevamo molta più cultura degli altri (il mio ragazzo è fisico, lavora con fisici anche di altre nazionalità, tutti ci riconoscono una grande cultura fisica. Il ragazzo di una mia amica fa il medico in Inghilterra, dove gli riconoscono una grande cultura medica rispetto agli inglesi). Mi spiego?

Parlo al passato perchè poi è successo che hanno detto che bisognava adeguare l’università italiana agli standard europei, che il fuori corso era segno dell’infimo livello delle nostre università: quindi hanno ridotto gli investimenti, introdotto i crediti, obbligato le università a parcellizzare gli esami in moduli e crediti, a fare 50 esami semestrali invece che i 25 annuali di prima. E ovviamente il risultato è stato che le tasse sono salite e i corsi di studio sono frammentati, no, non ci ha fatto bene questo cosiddetto adeguamento. (Come con l’olio extravergine di oliva: prima il nostro olio era italiano e aveva un’acidità inferiore allo 0,03% - faceva bene. Poi hanno detto che bisognava adeguarsi alla legge europea, hanno tolto il vincolo del limite di acidità e adesso l’olio è fatto mescolando pessimi oli mediterranei e abbassando l’acidità con procedimenti meccanici – non fa più bene, ma si chiama sempre olio extravergine di oliva). Così è successo che gli americani, guardando i risultati della nostra formazione, si sono spostati verso il nostro stile formativo, e mentre lo facevano il nostro governo molto acutamente ci spostava verso il vecchio modello americano, per tagliarci i fondi e la formazione, ma darci un titolo che si chiama sempre diploma di laurea.

Inoltre l’articolo del Corriere non specifica a sufficienza che se c’è stata una tale deriva nell’università questa è conseguenza dalla drammatica carenza di fondi degli ultimi 15 anni, da quando il contributo statale è stato drasticamente ridotto e gli atenei sono stati costretti ad alzare le tasse da 400.000 £ iniziali agli attuali livelli cui siamo ormai abituati, ma che non sono normali, con conseguente riduzione della popolazione studentesca. Vi faccio un es.: circa 6 anni (oggi non so ma credo che la logica di fondo sia la stessa)fa una mia amica pagava le tasse universitarie 1.400.000 £, è stata in Erasmus in Germania, e quindi ha dovuto pagare l’iscrizione all’Università di Heidelberg (o Berlino, non ricordo), costava l’equivalente di 50.000 £ (26 €) e prevedeva una tessera dei trasporti gratuita per autobus e treni di tutta la regione. Non sto scherzando. Stiamo parlando della Germania, il paese più industrializzato d’Europa, non di un paese socialista, ok? Qua non c’entra il socialismo, parliamo di formazione: ci vuole tempo per formarsi bene, non esiste il fast-food dell’apprendimento, a correre in esami superficiali e veloci NON ci si qualifica, NON si trova un buon posto, NON si fa carriera. Occhio ai termini che il governo impone nella comunicazione, come sprechi, produttività ecc. che nascondono tanta crassa ignoranza e peggio, indifferenza completa per i nostri interessi. Smontiamoglieli questi termini vergognosi, usati per imbonirci. Guardate che ne è stato del termine libertà: quando vogliamo liberamente manifestare il nostro pensiero il leader della casa delle libertà ci MINACCIA di ricorrere alla forza pubblica! Un vero liberale! Questa gente non governa, fanno spot di loro stessi e poi dietro lo spot ci fregano. SOLO CHE NOI DOBBIAMO RENDERE ESPLICITO COME FANNO, CON QUALI PAROLE, CHE COSA C'E' DIETRA A QUESTE PAROLE-SPOT. Usciamo la testa, la mente critica, la capacità di comunicazione, facciamo le pulci a questo obbrobrio che chiamano informazione pubblica italiana (siamo a un pessimo livello rispetto all’Europa).

Spero che qualcuno stia organizzando un sito di livello nazionale della nostra lotta, per coordinarci. Al momento c’è materiale nazionale sul sito dell’UDU (Sindacato degli studenti) http://www.udu.it/
CIAO

Alessandra

Anonimo ha detto...

Facciamo partire l'iniziativa di appendere striscioni fuori dalle case, magari tutti cn un unico slogan tipo "Per Tremonti e la Gelmini 133 volte no"

Anonimo ha detto...

il corriere della sera, giovedì scorso nel suo sito internet, ha fatto un sondaggio a proposito della polizia nelle scuole, chiedendo chi era a favore e chi contro.

Alle 5:30 un numero estremamente alto di persone era contro: il 92% dei votanti.

Il giorno dopo è uscito il Corriere della sera parlando dello stesso sondaggio, lo stesso giorno e alle 7 di sera: il 50,4% era a favore.

In 1 ora e mezza una rimonta del 41,6%... i miracoli del web :-) ???

Anonimo ha detto...

Sono di Storia, ci sono assemblee in programma prima di mercoledì?

Anonimo ha detto...

Ciao a tutti! oggi a scienze politiche abbiamo assistito ad una stupenda assemblea dibattito! Tra l'altro è venuto fuori che sarebbe una bel simbolo di dissenso il fatto che merc. -tempo permettendo- tutti gli studenti scendano in piazza in fila indiana uniti, uno ad uno, sul marciapiede, scendendo tra v. fabio severo e v. cologna su tutti i lati delle strade e tranquilli dirigersi così sino al punto di ritrovo stabilito. Vi immaginate che effetto? Sciami di studenti che scendono sul marciapiede in fila indiana con i libri in mano verso la piazza ....wow! scUSate e grazie!

Anonimo ha detto...

Salve a tutti.
Butto lì una proposta: REFERENDUM!
Io non studio legge e non ne so molto ma credo che 500mila firme, con un po'di pazienza, si possano recuperare in giro per l'Italia. Il governo vuole fare la voce grossa ma noi siamo molti di più!

Anonimo ha detto...

Poi, ragazzi, noi siamo universitari, siamo gente intelligente e preparata. Dissentire senza avanzare proposte alternative è improduttivo. Costringiamoli a lavorare e ad esporsi a sti dipendenti statali di Roma, facciamogli qualche proposta alternativa così che non possano in futuro dire: "è stata l'unica soluzione".

Anonimo ha detto...

Anche a me piaceva l'idea del referendum, ma mi hanno spiegato che purtroppo non si può indire per questioni finanziarie...

Un'altra domanda che mi faccio è se la 133 sia una legge costituzionale, mi chiedo se non si possa sottoporla alla Corte Costituzionale o a qualche altro organo competente: c'è qualcuno di Giurisprudenza che possa darci un parere? C'è qualcosa di istituzionale che si può fare?

Temo però che abbiano fatto le cose in modo da non essere formalmente attaccabili.

Condivido l'idea di essere noi a fare delle proposte di riforma: visto che il governo non fa il suo mestiere facciamolo noi che siamo decisamente più avanti. E costringiamo i mondo intero a guardarci e a confrontare il nostro operato e quello del governo. CIAO

Alessandra

Unknown ha detto...

Ragazzi ho letto stamattina un articolo su Repubblica che forse dà speranza: Berlusconi, viste le così sostanziose proteste studentesche, congela almeno per il momento i tagli all'Università! Continuiamo così;)!!!
Ancora un grazie al grosso lavoro del Coordinamento e ai prof. del nostro Ateneo che tutti i giorni svolgono interessanti lezioni in piazza!